Supermercato e ristorante? Tobia entra con me

Ci scaldano il cuore con la loro presenza. Ci osservano per interpretare le nostre agitazioni. Ci consolano, ci accompagnano nella vita e … a volte, più semplicemente, anche a fare la spesa. Ma non dappertutto la loro presenza è bene accetta, così capita spesso di vedere i nostri compagni cani “posteggiati” davanti ai supermercati in paziente o agitata attesa. Certo, c’è un cartello ben in vista che vieta l’accesso ai cani in alcuni luoghi pubblici.

Ma è proprio vero che basta un segnale appeso al muro?

Non esattamente. Il Friuli Venezia Giulia si è dotato di una legge (L.R. n. 20 dell’11 ottobre 2012, http://bit.ly/1h5JfK9) che norma il benessere degli animali di affezione (animali da compagnia, per disabili, o usati per Pet-therapy). Questa legge, all’articolo 20, stabilisce che “Icani, accompagnati dal detentore, hanno accesso a tutti gli esercizi pubblici e commerciali, nonché ai locali e uffici aperti al pubblico presenti sul territorio regionale”.

Dunque possiamo entrare nei supermercati e nei ristoranti con il nostro compagno a quattro zampe, purché tenuto con guinzaglio corto (massimo mt 1,50) indossando la museruola come stabilito dalla L.R. in oggetto, avendo cura di evitare – in quanto non consentito - le aree in cui i cibi non sono incartati e facilmente raggiungibili dall’animale (“aree di esposizione di alimenti protetti fino alle aree di cessione di prodotti preincartati, come da circolare n.1 e n.2 Regione FVG esplicative dell’art. 20 L.R. 20/2012)”.

Naturalmente, il gestore di un supermercato o di un ristorante – così come di altro luogo pubblico – può decidere di vietare l’ingresso al cane, ma deve darne comunicazione al Sindaco con lettera raccomandata, fax o PEC, ed è tenuto a esporre tale comunicazione all’esterno dell’esercizio, in modo visibile all’utenza.

Cortesia vorrebbe che, in simili situazioni, venissero predisposte aree di sosta per quattrozampe, attrezzate in modo da garantire l’incolumità degli stessi e anche il loro benessere: con acqua e zone d’ombra in estate, e adeguati ripari in inverno.

Ma se, in assenza di comunicazione al Sindaco, il proprietario di un locale ci vietasse l’ingresso? Non avrebbe titolo per farlo e noi potremmo entrare comunque nel locale con il nostro cane. Va da sé che, in casi come questo, il buon senso e l’educazione dovrebbero farla da padroni. Da entrambe le parti. Perché esercitare un diritto è sacrosanto. Ma esercitarlo nel modo sbagliato fa passare dalla parte del torto anche chi ha ragione.

Ulteriori osservazioni e precisazioni si possono trovare qui: http://bit.ly/1ycBcrK

 


Insegnare la calma: palestra di resilienza e di buona educazione

Sammy si catapulta sulla ciotola all’ora della pappa, senza aspettare il segnale di “ok”? Tranquilli, non siete gli unici cui accade. Una certa dose di frenesia e il desiderio di gettarsi sul cibo sono comportamenti normali e prevedibili, se il cane non è stato educato alla calma e alla pazienza.
Difficile ottenere un comportamento tranquillo e rispettoso?
Niente affatto: l’educazione alla calma si insegna, e si apprende, oltretutto in tempi relativamente brevi.
La possono imparare tutti: dai cuccioli, cui dobbiamo insegnare subito qual è il comportamento corretto da tenere in famiglia, ai cani anziani (che sono perfettamente in grado di imparare nuovi comportamenti), ai cani problematici che, con pazienza e amore, possono essere rieducati con risultati molto soddisfacenti.
La prima domanda è: perché mai dovremmo insegnare la calma?
Per tre ragioni almeno.
Perché è utile imparare che, nella vita, certe cose si ottengono solo esibendo il comportamento corretto. “Faccio il bravo” allora ricevo la pappa (tra l’altro, è una forma di rinforzo positivo che possiamo allenare ogni giorno, con leggerezza e allegria).
Perché imparare a gestire la frustrazione che deriva dall’attesa significa imparare a conoscere se stessi e i propri limiti. Riuscendo a superarli e magari trasferendo l’esperienza così acquisita a situazioni nuove.
E poi perché è, ovviamente, più piacevole avere un cane che non ci salta addosso scodinzolando e abbaiando per esigere il cibo.
La seconda domanda è: come possiamo ottenere che il nostro cane resti tranquillo e sereno? Ci credete? Lo possiamo ottenere senza parlare.
Chiediamo al cane di sedersi, quando abbiamo in mano la ciotola piena. Incominciamo a chinarci, ma se il cane scatta e mostra di volersi tuffare sul cibo, ci rialziamo subito. Senza dire nulla, tenendo la ciotola in mano e sollevandola da terra. Chiediamo di nuovo al cane di stare seduto e ripetiamo il movimento. Se resta seduto, allora sì che posiamo la ciotola a terra, stando pronti però a riprenderla se il cane si lascia andare all’entusiasmo e rompe il “seduto”. Ripetiamo questa sequenza finché il cane non ha capito che riceverà il cibo solo se resterà seduto, in attesa del nostro “vai”.
Buon appetito!